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Pnrr: facciamo il punto. Dal rapporto I-Com Italia al primo posto per risorse erogate

Oltre ad essere prima in Europa per fondi Pnrr stanziati (circa 191,5 miliardi di euro), l’Italia risulta in testa nella classifica degli Stati membri anche per la quantità di risorse già erogate. Questo è quanto emerso nel rapporto dal titolo “Italia, domani? Le sfide del Pnrr tra sostenibilità e transizione energetica” elaborato dal team di ricerca dell’Istituto per la Competitività (I-Com).

Tutti i 27 Stati membri dell’UE hanno infatti presentato il proprio Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza alla Commissione europea: sei di loro (Irlanda, Polonia, Ungheria, Svezia, Bulgaria e Paesi Bassi) non hanno ricevuto la quota di prefinanziamento, mentre nove hanno conseguito solo la prima tranche di pagamenti. L’Italia invece ha già incassato anche la seconda rata del 2022, affermandosi come il Paese che ad oggi risulta aver ricevuto la quantità maggiore di risorse europee. La cifra totale ammonta a 66,8 miliardi di euro. A seguire ci sono la Spagna (31 miliardi) e la Francia (12,5 miliardi). In generale il nostro Paese ha tenuto pienamente il passo degli impegni assunti in sede europea, raggiungendo gli obiettivi definiti nei tempi previsti. Vediamo dunque come sono state allocate le risorse ricevute finora.

Distribuzione dei fondi europei

Per quanto riguarda la distribuzione dei fondi, risulta evidente come la sostenibilità energetica e ambientale sia un asse portante del Piano. La Missione 2, denominata “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, impiega il 31% delle risorse a disposizione che, sommato all’11% destinato alla Missione 3 “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”, porta lo stanziamento totale per la transizione energetica a circa 85 miliardi di euro. Inoltre, il Ministero della Transizione Ecologica (oggi Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) risulta il primo per avanzamento degli investimenti: al mese di ottobre erano stati pubblicati, infatti, avvisi e bandi per oltre 22 miliardi di euro, ovvero circa un quarto (23,6%) di tutti quelli attivati dall’inizio del programma. Inoltre, erano stati raggiunti 14 dei 20 risultati previsti per il secondo semestre 2022, aggiudicati progetti per 450 milioni di euro e chiuse le fasi di ricezione delle proposte relative a procedure e bandi per oltre 7 miliardi.

Pnrr e Regioni: chi sono le protagoniste?

Osservando la distribuzione a livello regionale, a primeggiare in valore assoluto per progetti candidabili è il Lazio con 12,1 miliardi di euro per la transizione ecologica, seguito dalla Campania (9,4 miliardi) e dalla Lombardia (7,5 miliardi). Sul podio per quota di investimenti rispetto all’importo totale dei progetti candidabili è invece l’Emilia-Romagna, dove più della metà del volume economico delle proposte di finanziamento è destinato a politiche green (52%), seguita da Basilicata (50%) e Lazio (48%).

Bilancio Pnrr 2022

Nonostante i buoni risultati raggiunti finora, il direttore dell’area Energia e co-curatore del rapporto I-Com Michele Masulli ha voluto porre l’attenzione su alcune criticità, sottolineando che a discapito della ricezione dei fondi una “maggiore lentezza si evidenzia nella spesa dei finanziamenti ottenuti. Sono infatti già diversi i casi di proroga della scadenza del termine di avvisi e bandi a valere sul Pnrr”.

“Inoltre” – ha proseguito Masulli – “dall’ultima Nota di Aggiornamento del DEF si apprende che alla fine del 2022 le risorse impiegate nell’anno ammonteranno a 15 miliardi di euro, ovvero 14,4 miliardi in meno rispetto ai 29,4 miliardi previsti dal Documento di Economia e Finanza. La posticipazione di una parte della spesa prevista dal DEF non riguarda solo il 2022 ma anche il biennio successivo, per una somma complessiva che ammonterà a 16,4 miliardi di euro redistribuiti sugli ultimi due anni del programma, il 2025-2026”.

“Il 2023 sarà denso di scadenze rispetto agli investimenti e riforme da portare a termine. Il Pnrr rappresenta di certo un’occasione di investimento e spesa eccezionale”, ha aggiunto il presidente di I-Com Stefano da Empoli. “Ma oltre a impegnare i fondi secondo le scadenze stabilite, occorrerà fare in modo che il rendimento interno dei progetti sia superiore rispetto a impieghi alternativi della spesa pubblica. Senza dimenticare che non ci sono solo investimenti da portare a termine ma anche, e per certi versi soprattutto perché più decisive nel lungo termine, le tante riforme necessarie per modernizzare il nostro Paese, a partire dalla pubblica amministrazione centrale e locale”.

Fonte: askanews

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